«Tutto è iniziato con mio nonno, proprietario di alcune macellerie, dove vendeva in particolare la carne equina, nel cuore pulsante della “macelleria romana”, il Testaccio» ricorda Leonardo. «È l’area dove sorgeva il mattatoio di riferimento con un numero enorme di esercizi legati al commercio di carne. Tra questi, appunto, le botteghe di nonno Giovanni, un personaggio gioviale tra le cui passioni c’era la tenuta e la preparazione delle carrozze e dei cavalli di alcune famiglie nobiliari dell’epoca.
Ma la concorrenza era elevata, così come la quantità di macellerie nel quartiere. Per questo, dopo essersi concentrati nella sola rivendita di via Galvani, mio padre, a trentadue anni, subito dopo essersi sposato, ha preferito rilevare il negozio attuale e dar vita alla sua macelleria. Una realtà in grado di rispecchiare il suo amore e la passione per il mestiere».